venerdì 4 ottobre 2019

La poesia erotica: le parole hanno più senso in un'epoca di immagini esplicite?

Mi sono chiesta tante volte se, in questa epoca contemporanea, contano di più le parole o le immagini. Sicuramente aprendo una qualsiasi pagina sul web e soprattutto sui social, scopriamo foto e immagini in quantità rilevante di persone, anche comuni, che sentono l'insopprimibile bisogno di farci sapere quando e dove vanno al mare (quindi le troviamo in costume), quando e dove vanno a fare la spesa in top e minigonna, quando vanno in bagno per fare la doccia e fra un po' anche quando stanno sopra il water per espletare i propri bisogni fisiologici (se non è già accaduto visto che non sono abbastanza informata sui vari profili e relativi sviluppi).

Insomma, molte persone si mettono in vetrina, ma non per comunicare con pensieri, parole, stralci letterari, ma per farci vedere quanto sono sodi i loro glutei, quanto è piatto e tonico il loro ventre, quanto sono lunghe le loro gambe! Oggi questa è la nuova forma di comunicazione: il Nulla!

Personalmente, visto che mi piace molto scrivere, mi esprimo molto con il linguaggio e preferisco quello scritto a quello parlato. Perché? Ma è presto detto: non trovo persone con le quali poter parlare di tutto e dico di tutto, si badi, non dei "massimi sistemi" o di scienza e letteratura. Si perché è difficile parlare di tutto, anche delle cose più semplici, di quello che mi piace, di quello che penso, senza essere giudicata.
Si proprio così: giudicata non conforme! Io che non mostro culo e tette, che non vado in vacanza in luoghi esclusivi e non li posto sui social, come posso essere capita? Perché mi ostino a non adeguarmi a tutti per essere "normale"? Oppure perché non mi rivolgo ad un bravo psicoterapeuta che mi aiuti ad "essere più sicura di me" e ad uscire allo scoperto mostrandomi finalmente in mutande e reggiseno come fanno tutti/e? Perché mi ostino a non capire che una come me è da ricoverare e da sottoporre a cura psichiatrica?

Tutte domande che resteranno senza una risposta!

E allora il mio rifugio preferito è proprio la poesia! Per la poesia posso essere normale.
Non so perché ma ogni tanto ho curiosità morbose e quindi ieri ho cercato l'erotismo espresso attraverso parole poetiche. Le migliori poesie erotiche sono quelle di Baudelaire e Rimbaud, ma esiste, mi hanno detto anche Apollinaire, e poi la nostrana Alda Merini e perfino James Joyce con le sue lettere alla moglie Nora, scritte ed inviate alla stessa durante il suo secondo viaggio a Dublino.

Ebbene tutti questi autori parlano di "tette", "batacchi", "culi" e "fighe"....con una disinvoltura poetica e una licenza letteraria che fa delle loro opere ottime letture eccitanti e di grande valore espressivo, versi che diventano luoghi nei quali almeno si esercita la fantasia, anche se per alcuni Poeti ci si aspetterebbe un po' più di eleganza!

Nella Poesia Erotica c'è la parola che non involgarisce ma fa sognare e trasalire: non abbiamo una immagine spiattellata sotto agli occhi che dobbiamo subire, a volte dico io, come una violenza fisica e diretta, senza la mediazione di alcuna locuzione verbale. Le immagini sono molto spesso esplicite e veramente nude e volgari....più di parole a loro volta volgari! Ma pur sempre parole!

Allora perché non ritornare alla parola. Più che al romanzo, ai versi poetici, perché più immediati e veri, essi sfuggono ad una narrazione ruffiana che irretisce il lettore per renderlo succube di una "storia" da seguire fino alla fine (e spesso morbosa, macabra, noir).

Il verso poetico è una "sveltina" e non comporta alcun impegno!


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