La locandina di
questa pellicola di Cordula Kabilitz-Post attualmente nelle sale cinematografiche
di tutta Italia così recita: Nietzsche l’adorava, Rilke l’amava, Freud
l’ammirava.
Ma chi era Loù Andreas Salomè? Una delle figure
intellettuali femminili più importanti del novecento: filosofa, piscoanalista,
scrittrice, in grado di ispirare ed influenzare le menti più brillanti del suo
tempo.
Lou Von Salomé (detta anche Loù Andreas) nacque il 12
febbraio 1861 a San Pietroburgo. La sua famiglia d’origine abitava
nella sede dello Stato Maggiore proprio di fronte al Palazzo d’Invero perché il
padre era un generale russo e fin da bambina ricevette una educazione ad ampio
spettro, tanto che già da piccola imparò il tedesco e il francese e a
diciassette anni conosceva materie come la filosofia, la teologia e la storia
della religione, nonché la letteratura francese e tedesca.
Nel 1882, Loù
Andreas in viaggio a Roma con la madre, conobbe il trentottenne Friedrich
Nietzsche, il quale, affascinato dalla levatura intellettuale della giovane
donna, le propose immediatamente di costruire una piccola “comune intellettuale”
filosofica a tre, tra lei, lo stesso Nietzsche e l'amico d'entrambi Paul Rèe.
Nietzsche, innamorato della bella e affascinante Loù, più in là le propose
anche di sposarlo, ma lei si rifiutò. Deluso da quel rifiuto ed entrato in una
profonda depressione, Nietzsche scrisse le prime due parti del libro “Così
parlò Zarathustra” e per via di questa straordinaria folgorazione che ispirò il
filosofo, molti definirono Loù “La grande rivoluzione russa” nella
vita di Nietzsche.
Ma anche se il sogno d’amore di Nietzsche non si realizzò, il
loro legame intellettuale, di amicizia e di pensiero fu così forte e la giovane
Loù ebbe modo di conoscere così bene il celebre filosofo tedesco, che alla sua
morte, le prime due donne a pubblicare una biografia su di lui furono proprio
lei e la sorella del filosofo: Elisabeth Forster-Nietzsche.
Dopo il rifiuto di sposare Nietzsche, Loù intrecciò una
lunga relazione sentimentale con il poeta Rainer Maria Rilke (che le dedicò
molta della sua produzione letteraria poetica), mentre nella sua attività di
psicoanalista venne elogiata ed ammirata nientemeno che dal padre della
psicoanalisi Sigmund Freud con cui lavorò a stretto contatto. Lou si sposò
senza mai consumare il suo matrimonio e scrisse la sua prima opera letteraria
con uno pseudonimo maschile. Il romanzo ebbe un enorme successo.
Dell’incontro di Rilke con la Salomè, di molti anni più
grande di questi, si conserva nella memoria collettiva un suggestivo verso
tratto dal carteggio epistolare fra i due amanti: “Le anime affini passano
attraverso tutte le tempeste”. Motto che sembra riecheggiare un celebre aforisma
di Arthur Schopenhauer: “Quelli che si amano e sono nati gli uni per gli altri
si incontrano facilmente: le anime affini si salutano da lontano”. Il loro fu
indubbiamente un grande amore fatto di ispirazioni e stimoli reciproci.
Particolare curiosità e attenzione suscita ancora oggi la
storia della prima esperienza sessuale della donna, avvenuta a ben 36 anni proprio
con l’amato Rilke che all’epoca ne aveva soli 22. Questa esperienza le ispirò un
libro che divenne un vero best seller: “Erotica”.
Loù rimase a lungo in contatto con i circoli psicoanalitici
e con alcuni dei più noti psicoanalisti dell'epoca (tra cui Sandor
Ferenczi e Viktor Tausk con cui ebbe una relazione sentimentale). Profonda
conoscitrice di Ibsen, Tolstoj, Turgenev, Wagner, Loù Andreas negli anni 20 e
30 frequentò a lungo la scena culturale ed intellettuale middle europea
conoscendo varie altre personalità. Morirà a Gottinga nel 1937.
Trama del film:
Ho visto il film del 2016: “Lou Von Salomè” di Cordula
Kablitz-Post. La narrazione della pellicola ripercorre a ritroso la avventurosa
storia di questa donna che per l’epoca (fine ottocento-inizi novecento) possedeva
una eccezionale emancipazione intellettuale e culturale.
A Gottinga nel 1933 Lou von Salomé (interpretata dalla
enigmatica Katharina Lorenz), vive reclusa in casa da quando i nazisti, in
piena rivoluzione culturale, bruciano i libri in piazza e proclamano la
psicanalisi una scienza ebraica illecita. Ma alla sua porta bussa Ernst
Pfeiffer, germanista in crisi professionale e coniugale, che le chiede aiuto come
psicoanalista. Lou decide di assisterlo in cambio di una lunga confidenza.
Quasi cieca a causa del diabete, detta a Ernst le sue incredibili memorie.
Comincia allora il racconto di un'esistenza romanzesca e tormentata che celebra
una vita intellettuale spesa tra il XIX e il XX secolo. Film intenso e
commovente, con una cura maniacale nella ricostruzione dell’Europa dell’epoca,
dei costumi e una scenografia a volte sorprendente ed originalissima.
Se lo trovate ancora nella vostra città, ve ne consiglio
vivamente la visione.
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